giovedì 28 febbraio 2008

La Mentalità Neototalitaria

Nel nuovo "bellum omnium contra omnes" l'importante non è eliminare il nemico, ma assumerne il punto di vista, occupare il suo spazio vitale per negargli il primato della sua inferiorità (o superiorità) e con essa il diritto ad essere ciò che è.
Ho riscritto questa frase almeno tre volte sul mio quaderno. La trovo di una potenza affascinante e disarmante allo stesso tempo.
Il libro di Barile introduce un concetto, quello di Mentalità Neototalitaria, che risulta essere tanto straordinario, per il fatto che ci aiuta a rileggere ciò che sperimentiamo ogni giorno da un punto di vista nuovo e inaspettatamente reale, quanto ansioso e ansiogeno, perché sembra cancellare dalle azioni umane la dimensione etica.
Mi spiego. La declinazione del concetto di Neototalitarismo negli ambiti più disparati della vita, del lavoro, della politica, del consumo ci fa capire che ci troviamo di fronte a un fenomeno reale e diffuso: da quando ho letto il libro non faccio altro che vedere Neototalitarismo dappertutto, nelle mie azioni passate e in quelle presenti, nelle scelte dei miei amici, nel mio paese, nella scuola, nella Chiesa, nelle relazioni affettive...
D'altra parte fatico ad accettare ciò che vedo. Non so se ci avete fatto caso, ma dalle considerazioni espresse da Barile sembra che non ci sia posto per l'etica, per la morale, per la religione. Anche le scelte che potevamo pensare orientate da una predisposizione religiosa o etica (emblematico in questo senso il caso del viaggiatore nel Sud del Mondo) sembrano in realtà dominate dalla logica neototalitaria. La Chiesa è vecchia, omofoba, ignorante, ingerente... La morale è surclassata da un'ideologia porno imperante... La coerenza politica è utopia... I valori sono strumento del potere...
Insomma, in che cazzo di mondo viviamo?!? Sembra quasi che fossero meglio i vecchi totalitarismi (si stava meglio quando si stava peggio?). Nella comprensione del libro di Barile mi trovo a questo punto: sospeso tra l'accettazione e il rifiuto, tra la considerazione che tutto ciò sia drammaticamente vero e la convinzione che, invece, sia tutto invenzione pura.
Mi rincuora un poco sapere che gli studiosi non parlano molto di Neototalitarismo in questi termini. Da una piccola e veloce ricerca fatta su Google risulta che Barile è, infatti, l'unico a parlarne. Questa cosa rende il libro doppiamente interessante e valido. Perciò il mio giudizio è complessivamente positivo... Unico ostacolo la scrittura, difficile e pesante.
Peccato, penso che i concetti trattati possano essere discussi in ambienti diversi... ma una scrittura così ampollosa li relega, purtroppo, in contesti prevalentemente accademici.
Dite la vostra! Se vi sembra necessario possiamo aprire un post per ciascun argomento di maggior interesse: che ne so, uno per la politica, uno per la pornografia, uno per il turismo...

2 commenti:

Riccardo Campana ha detto...

Caro Matteo ritengo di essere affetto anche io da una patologia simile alla tua dopo la lettura del libro del prof. Barile!
Erano anni che riflettevo su dinamiche simili a quelle descritte dal libro come ad esempio il mio pensiero sulla "guerra degli uguali" che di fatto possiamo ritrovare sia in una dimensione politica locale, nazionale, e globale! dopo lo studio dei capitoli del libro, ho allargato sempre di più il campo di indaggine della "nuova mentalità neototalitaria" e alla fine come già lo stesso professore aveva anticipato durante la presentazione del libro: "siamo tutti neototalitari" combattiamo una guerra tra pari e il nemico?
il nemico non è più chiaramente identificabile. Parte da noi e arriva a moltiplicarsi per quanti sono gli individui che compongono il globo passando anche per la Mamma! ahahah
Sembra come se sia diventato un meccanismo interno alla stessa natura umana dell'individuo cittadino e CONSUMATORE , divoratore di ogni settore sociale economico, politico, culturale, pur di riscattare la sua condizione subalterna al Potere!... Che ne pensate? mi piacerebbe discutere anche su questo...
Poi come dici tu Matteo anche io avverto in me una lotta intestina! e non mi riferisco ai fagioli mangiati l'altro giorno!
Non so se credere che ormai viviamo innersi in una Società Neototalitaria o se c'è ancora un margine di Rivoluzione/Resistenza. Se però teniamo conto che la Società Italiana non fa nessuna evoluzione credo che prima di tutto sia necessario indagarne per bene quali sono i profili coinvolti.
E qui varrebbe la pena anche individuarne di nuovi rispetto a quelli già individuati nell'analisi teorica del prof. Barile. Ci aiuterebbe a capirne Meglio la diffusione del "fenomeno".
Il Neototalitarismo può essere una derivazione della patologica mentalità postmoderna che agisce sempre più in modo schizzofrenico?
Esiste un margine di scelta individuale??
Parte tutto dal Potere il cui scopo è moltiplicare la diversità la dispersione e talvolta la Perversione?
Queste sono alcune delle domande di carattere teorico che mi sono venute in mente in questi Giorni... spero si possano condividere assieme a delle altre. Credo inoltre che aver coninvolto nel progetto il prof di Fraia si il modo per indagare più concretamente su queste ed altre domande. Rimando il discorso alla discussione sull'evoluzione della verifica condotta dal frof. Barile.
La mia non è andata molto bene...! Sarò stato l'unico....??? :D ehehe cmq mi è servita per affinare ancora di più i miei pensieri.... e renderle visioni possibili di creatività concrete e future! . Riccardo.

Anonimo ha detto...

ciao ragazzi... e ciao matteo (visto che sei la mente di tutto questo, mi sembra doveroso!)
a proposito del libro di barile, concordo assolutamente sia con matteo che con riccardo riguardo al "siamo tutti neototalitari", solo gli do forse un'interpretazione un pò diversa.
mi spiego meglio...
che il neototalitarismo si riscontri un pò ovunque credo che in certi termini sia anche normale.
pensiamo per un attimo ai consumi: perchè acquistiamo quel libro, quei jeans, quel particolare servizio, ecc...? è ovvio che le scelte che facciamo ogni giorno sono "viziate". da altre persone, da altri pareri, dalla critica. la differenza sta poi nel giudizio/parere che esprimiamo a riguardo. compriamo quel libro perchè la critica ne ha parlato bene (o male) e siamo curiosi di legerlo per formulare un nostro parere personale... è qui che sta la differenza secondo me, sulla capacità di ognuno di noi di formulare proprie idee e pareri. saremmo vittime del neototalitarismo se guardassimo quel film e ce lo facessimo piacere solo perchè è il "film del monento o il film premiato dalla critica". usciamo da questi schemi se guardando il film siamo capaci di farlo nostro, leggerci oltre, apprezzarlo o disprezzarlo per quello che ci trasmette o meno.
non so, forse la sto riducendo anche io troppo "al consumo" ma gli unici strumenti che possediamo, secondo me, sono il raziocinio e l'esperienza. possiamo fare lo stesso viaggio in 30 persone, ma nessuno dei 30 partecipanti avrà lo stesso identico ricordo di un altro!
... forse è il delirio da influenza, se così è... qualcuno mi avvisi e mi fermi!!! ;)
buona continuazione ragazzi